Non godo della fine del PD.
Mi spiace.
C'era una storia dietro, con le luci e
le ombre che la Storia assegna equamente agli uomini e ai partiti.
Spiace constatare che la fine sia stata
favorita da personaggi non eccelsi.
Le esperienze storiche hanno visto
personaggi di spessore uscire di scena, in silenzio e senza un
applauso. Nel caso specifico, no.
I segni premonitori del disastro erano
troppo evidenti, lo spessore del personaggio era di carta velina: non
c'era umiltà, non c'era consapevolezza dei limiti e non c'era
capacità di cogliere gli umori della gente, anzi, sarò retorico,
del popolo. Non quelli retrivi e destrorsi che reclamano l'ordine e
la salute del portafoglio di chi già ha, quelli che un tempo erano di Sinistra:
lavoro e dignità.
Scrivo questo prima delle elezioni per
evitare l'accusa di versare lacrime di coccodrillo. Piango prima.
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