domenica 30 ottobre 2011

"Continuiamo così, facciamoci del male!"


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sabato 29 ottobre 2011

venerdì 28 ottobre 2011

mercoledì 26 ottobre 2011

martedì 25 ottobre 2011

Giustizia sommaria...




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lunedì 24 ottobre 2011

Il mago (bini)smagato...


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domenica 23 ottobre 2011

sabato 22 ottobre 2011

venerdì 21 ottobre 2011

giovedì 20 ottobre 2011

L'Italia "Bicioc"...


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mercoledì 19 ottobre 2011

La psicopolizia


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La "bòna" politica....


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lunedì 17 ottobre 2011

domenica 16 ottobre 2011

sabato 15 ottobre 2011

venerdì 14 ottobre 2011

Sbagliando...Sbadigliando...



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giovedì 13 ottobre 2011

Nel regno di Topolonia!


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Nel suo ricordo

La pausa di questi giorni è dovuta all' improvvisa scomparsa di un estimatore del mio sito: mio fratello. Nel ricordo del suo sorriso perennemente rivolto a sdrammatizzare ogni problema, riprendo il mio lavoro.

martedì 4 ottobre 2011

lunedì 3 ottobre 2011

Graffi di gesso: L'emersione dell'inconscio

Qualcuno ha già notato la sintassi incerta dell'appello, ma quel che mi preoccupa di più sono i lapsus linguistici ( quasi dei tic) che sono le spie di un progetto un po' inquietante: gli industriali vogliono creare UN PARTITO!

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Fede, speranza e carità in salsa milanese



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domenica 2 ottobre 2011

Chirurgia istituzionale...


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Dall'aurea alla media mediocritas. Uso del medio e del naso nella nuova borghesia....


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Graffi di gesso: la pellicina.

L'onicofago mira al sodo: non gli interessano le parti molli, la cheratina è il suo obiettivo, la sostanza insapore, ma parte sporgente del sé, da ottundere con un lavoro certosino con i denti svolto lentamente per croccanti spacchi e strappi. La pellicina ai lati dell'unghia all'onicofago poco importa. Sporge, inutile, ai fianchi dell'opera demolitoria; però, dà fastidio, fuoriesce anch'essa, sebbene molle e lontana dalla concretezza dell'unghia, è il segnale simbolico di un lavoro fatto a metà, di un'opera incompiuta.
Mentre l'unghia tagliata è qualcosa da espellere, da eliminare, la pellicina, che è ancora parte del nostro corpo, è carne viva e dolente. L'onicofago lo sa, ma non può sopportare che un lavoro di perfezionamento della mano così ben concepito ( la dispercezione della bellezza di questa parte del corpo è segno evidente della grave psicopatologia dell'onicofago...) non abbia il suo completamento naturale. E' la pennellata in più che dà al quadro un'altra intensità, è l'ultima levigatura della statua, il tocco finale della perfezione. Il dente si avvicina, guardingo ( lo so: non si dovrebbe dire di un dente...), e tira. La pellicina strappata si allunga e immancabilmente strappa un piccolo brano di carne. Inizialmente, qualche goccia di sangue segnala la profanazione del corpo, ma inesorabile l'infezione si allarga e, nel giro di pochi giorni, il dito è infetto, purulento e pulsante. E il corpo grida ancora le sue ragioni e ci richiama all'imperfezione del mondo.
©arz


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sabato 1 ottobre 2011

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